Una
delle forme più diffuse di allergia
alimentare nei bambini è l’allergia
al latte. In particolare alla proteina
del latte vaccino e a tutti quei prodotti che ne contengono ma esistono
anche forme di intolleranza al latte di capra, di pecora e di bufala.
I
sintomi sono di vario genere: dai
disturbi gastro-intestinali, in particolare vomito, rigurgito, dolori
addominali; a problemi alle vie aeree con tosse, difficoltà a respirare,
secrezione nasale fino a reazioni cutanee come orticaria, eczemi, edema delle
labbra o delle palpebre. Nei casi più gravi possibile anche lo shock
anafilattico.
La
prevenzione è la migliore arma di
difesa anche perché l’allergia tende a comparire nei primi 3 anni di vita del
bambino.
Gli
esami da effettuare sono i test per
le IgE o un prick test cutaneo con latte vaccino naturale o con formula
proteica. Entrambi non prima dei 3 mesi di vita.
Nel
caso in cui i test fossero positivi, vanno subito eliminate dalla dieta le
proteine da latte vaccino e introdotta una terapia
da condurre per almeno 6 mesi o fino a i 9/12 mesi di vita del bimbo
Le
proteine del latte vaccino vanno sostituite con idrolizzati di caseina o di
proteine del siero e con una miscela di carboidrati a base di malto destrine
altamente digeribili per risolvere gli episodi di rigurgito e evitare le
intolleranze secondarie.
Nei
casi più gravi la dieta “di esclusione”
può durare anche fino a 12 o 18 mesi e prima di riprendere un’alimentazione
normale vanno ripetuti i test per le IgE.
Intanto
Paidòss, l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e
dell’adolescenza, ci dice che sono in aumento i casi di allergia al latte
vaccino soprattutto nei piccoli con meno di un anno di vita e nei
lattanti - che pur allattati al seno materno – non tollerano la presenza
del latte vaccino nell’alimentazione della mamma.
Si parla di un 3% di bambini allergici al latte
vaccino.
Nessun commento:
Posta un commento