In Italia il 20% dei bambini soffre di allergie e negli anni Novanta la percentuale non superava il 7%.
Come spiegare questa impennata?
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Cambiamenti nello stile di vita, aumento dei livelli di inquinamento urbano, stress, cattiva alimentazione, eccessiva igiene personale e tra le mura domestiche e non ultimo il fumo, anche passivo, hanno contribuito ad aumentare l’incidenza delle allergie nel nostro Paese.
Come prevenire le allergie nei bambini? La prevenzione inizia sin dalla gravidanza: è stato dimostrato, ad esempio, che i figli di mamme fumatrici hanno una maggiore predisposizione a soffrire di asma bronchiale.
Quindi durante la gravidanza è importante smettere di fumare, limitare il più possibile l’esposizione allo smog, non assumere farmaci se non sono stati prescritti dal medico, non esporre i neonati al fumo passivo, allattare al seno peri primi sei mesi di vita.
La diagnosi di un'allergia viene effettuata da un esperto allergologo che raccoglierà informazioni sui sintomi e sulla storia familiare ed eventualmente prescriverà il Prick test, l'esame finalizzato a diagnosticare l'allergia.
E come comportarsi se in casa c’è un bambino allergico? Giuseppe Di Mauro, Pediatra e Presidente Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) ricorda che è importante anche in questo caso non fumare nell’ambiente domestico, se il bambino è allergico agli acari della polvere pulire con cura arredi e tessuti e lavare a temperatura di almeno 60 gradi, favorire il ricambio d’aria degli ambienti.
L’allergia è una malattia cronica che va tenuta sotto controllo medico. Attualmente esistono delle nuove terapie farmacologiche a base di antistaminici, cortisonici, cromoni che possono tenere sotto controllo i sintomi. Ma si è rivelata molto efficace anche l’immunoterapia specifica (ITS) che prevede la somministrazione dell’allergie in minuscole dosi che aumentano progressivamente fino a rendere il sistema immunitario capace di tollerarlo.
SIPPS
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