martedì 20 ottobre 2009

Il parto è una questione tra donne


Un tempo partorire era una questione tra donne.

Il padre camminava su e giù per la sala di attesa, fumando una sigaretta dopo l’altra e partecipando solo in maniera emotiva. Da lontano.
In sala parto avveniva tutto. Con il supporto di ostetriche e infermiere, la donna se la cavava da sola.
Perché in fondo a partorire ci deve pensare lei.

La mia personale esperienza è diversa. Ho fatto un cesareo e mio marito ha voluto assistere a tutti i costi. Siamo stati fortunati perché la struttura ce lo ha permesso. Io gli ho detto “scegli tu” e lui ha scelto di esserci. Nonostante tutti - medici, suocera, io stessa - gli avessero detto che non sarebbe stato un bello spettacolo, che non avrebbe dovuto cedere alla tentazione di guardare oltre il lenzuolo verde e che se si fosse sentito male sarebbe dovuto uscire dalla sala operatoria con le sue gambe perchè nessuno lo avrebbe soccorso.
E’ stato un eroe secondo me. Io non avrei resistito.
Ho avuto, io, la partoriente, una specie di attacco di panico subito dopo l’epidurale. Invece lui, stoico, mi ha fatto mille carezze, mi ha rassicurato, ha provato con tutto se stesso ad essere solidale e sereno nonostante la mia agitazione.
A posteriori l’ho invidiato. Perché quando mio figlio è nato, ho fatto giusto in tempo a sentire il suo ngueee e a baciarlo un attimo prima che mi addormentassero. Invece lui era tranquillissimo. Ha seguito il piccolo fino al nido, ha assistito a tutte le operazioni di pulizia e visita pediatrica e alla fine era fresco come una rosa.
D’altro canto ho sempre detto chiaramente che se avessi partorito naturalmente non lo avrei voluto con me. Troppo l’imbarazzo, troppo il pensiero che avrei rivolto a lui invece che a me stessa, troppa paura che non sarei stata all’altezza. Non avrei voluto dovermi preoccupare anche per lui.
Insomma, dicevo a lui e tutti che, appunto, partorire è una roba di donne.

Faccio questa lunga e personale premessa per introdurre le dichiarazioni di un noto ginecologo francese, Michael Odent, che nei giorni scorsi ha spiegato che non solo è meglio se il padre si tiene fuori dalla sala parto, ma la sua presenza potrebbe addirittura diventare un boomerang e mettere a rischio la salute di mamma e neonato.
Sono 50 anni che accompagno le donne al momento di dare alla luce i loro bambini in Francia, Inghilterra e Africa e posso dire con certezza che se è presente solo un'ostetrica il parto diventa più facile e veloce": queste le parole del medico che su Daily Mail non ha usato mezze misure.
La presenza del padre allunga il parto, lo rende ancora più difficile perché lo stress rallenta la produzione di ossitocina, ha effetti sul benessere della mamma e aumenta il rischio di dover ricorrere al taglio cesareo.
Odent dice anche altro. Aver mascolinizzato l’evento nascita ha aumentato il numero di cesarei e anche il numero di divorzi perché in qualche modo ha agito sulla sfera intima e sessuale della coppia.

Image: 'birth.jpg'

8 commenti:

Marilde ha detto...

Il papà in sala parto è un altro di quei temi soggetto a mode che negano la situazione precedente. Credo che anche qui valga la possibilità di scegliere, ognuno in base ai propri desideri ( e già mettere d'accordo la coppia non è scontato). Sul fatto che assistere al parto provochi conseguenze così significative, non lo escludo. Ma tenderei a escludere che sia così per tanti, come vanno dicendo perecchi articoli ultimamente. Tuo marito è stato perfetto, e forse il poter scegliere ha fatto anche la differenza. Ciao!!

Renata ha detto...

Come siano nati i miei figli lo puoi leggere sul mio blog, è stato il secondo post che scrissi e non a caso. Mio marito era presente con il primo figlio nato con parto naturale e non con il secondo, nato con un cesareo d'emergenza... mi è mancata la sua presenza, mi sono sentita sola.

Forse quel medico ha ragione sui grandi numeri, io personalmente ho avuto solo benieficio dalla presenza di mio marito.

MammaNews ha detto...

care, certo poter scegliere, in questo come in tanti altri campi, sarebbe perfetto. Naturalmente il ginecologo parlava di donne che avevano voluto la presenza del marito accanto a loro e si è soffermato sulle pure statistiche di complicazioni in sala parto su larga scala: Odent mette in luce i possibili rischi di una scelta sempre più frequente e, come dici tu Marilde, anch'essa soggetta alla moda del momento. Certo, molto dipende dalla mamma e moltissimo dal papà che deve essere portatore di serenità e sostegno e non di ansie in più....non sempre sono in grado.

Anonimo ha detto...

leggevo qualche tempo fa un tuo post in cui riferivi di una ricerca che spiegava che un uomo su tre va in crisi dopo la nascita del figlio. Forse c'entra anche questa abitudine modaiola, come dite voi, di assistere al parto. Io ho fatto un cesareo quindi mio marito non c'era, ma devo dire che mi è mancato. certo non so cosa vuole dire averlo vicino e non posso immaginare, il mio era solo un desiderio.
Interessante il tuo blog. Ciao
Laura

MammaNews ha detto...

benvenuta Laura. si può essere che assistere al parto crei dei problemi alla sfera sessuale maschile. dovremmo chiederlo ai papà.

MAMMOLINA ha detto...

E' stato bellissimo condividere con il mio compagno i primi momenti di vita di Bibina...durante il lungo travaglio, mi è stato di conforto averlo vicino, anche se stranamente non volevo esser toccata nè accarezzata, lui se n'è stato lì, nella penombra a vegliarMi con l'ostetrica, zitto zitto, io il suo stress non l'ho sentito, ero troppo concentrata...
certo dipende come gli prende, se un babbo saltella per la sala parto in preda al panico forse il medico ha ragione.

Cinzia Amatullah ha detto...

Premetto che abito in inghilterra. Ho cinque figli.4 sono nati col parto naturale, uno col cesario scelto/consigliato dai medici (per le dimensioni del feto). Mio marito ha assistio a tutti tranne uno e nel nostro caso e' stata un'esperienza molto positiva che ha contrinuito a creare un legame speciale tra padre e figlio, oltre che tra di noi come coppia.
ecco la storia del mio ultimo parto. Mattina presto (erano le 2) iniziano le contrazioni. non erano forti ed erano molto irregolari ma sentivo in cuor mio che erano quelle giuste, era gia' piu' di una settimana che ero in pre-labour avendo delle contrazioni per alcune ore che poi sparivano nel nulla senza seguito. quella mattina decisi di alzarmi per riordinare la casa e completare la mia valigia x l'ospedale, ancora mancavano lo spazzolino dei denti, un bagnoschiuma, un'asciugamano.
una volta completate le pulizie (lo so che e' da pazzi rassettare la cucina e pulire i bangi alle 2 di mattina con le contrazioni!), siccome le contrazioni erano ancora molto distanziate l'una dall'altra, decisi di ritornare a letto. alle 6:30 svegliai i ragazzi per andare a scuola. allucinati notarono che di tanto in tanto mi fermavo, mi incollavo alla porta e urlavo di dolore....ma tra una contrazione e l'altra tutto ritornava normale per cui io sorridendo gli dissi che Dio, il Misericordioso, aveva deciso di aprire la porticina per far uscire la sorellina....i due piu' grandi si accontentarono della mia spiegazione, quello di 5 anni e mezzo no...continuava a seguirmi e spiare le espressioni del mio volto. il papa' porto' i ragazzi a scuola, io decisi nel frattempo di telefonare alla mamma in italia, che come al solito era uscita, parlai allora con papa' e gli raccontai che stavo per andare all'ospedale. mi disse di andare tranquilla. arrivai all'ospedale intorno alle 10, l'stetrica mi disse, dopo avermi visitata, che avevo una dilatazione del collo uterino soltanto di 4 cm e mi alloco' in una camera, mi disse di non preoccuparmi, lei stava aiutando qualcun altro nella stanza affianco. mi chiese cosa volessi fare....camminare, leggere...la sola cosa che potevo rispondere ero: "Sono stanca, vorrei dormire". in tutto questo mio marito era con me, si addormento' sulla poltrona e mio figlio di 15 mesi dormiva nel passeggino, avevamo infatti passato delle settimane molto difficili con quasi tutti i bimbi ammalati ed eravano sia io che lui davvero stremati. ad un certo punto lo svegliai dicendogli che le contrazioni erano diventate troppo forti e che davvero non potevo piu' resistere al dolore e che avrei preferito avere una epidurale. l'ostetrica mi visito' e constato' che la dilatazione dell'utero erano intorno ai 5/6 cm...nonostante ella mi incoraggiasse facendomi notare che c'era comunque stata un'ulteriore dilatazione, io rimasi molto delusa dalla sua scoperta. con quel dolore e con quell'intensita' delle contrazioni mi aspettavo di essere completamente dilatata. le ribadii che non potevo davvero piu' resistere e che avrei preferito avere un'epidurale. lei insisteva sul mio birth plan dove avevo scritto che non volevo alcuna epidurale perche' avevo problemi con la schiena....e mi disse di pensarci bene. le dissi che volevo alzarmi, che non potevo piu' sopportare il dolore, che volevo andare in bagno, ero insofferente. CONTINUA.....

Cinzia Amatullah ha detto...

CIAO!CONTINUA LA MIA STORIA....
l'ostetrica, noto' che ero cambiata, ero davvero stravolta dal dolore, le contrazioni diventavano sempre piu' vicine, non volle farmi andare in bagno da sola....mi disse che sarebbe venuta con me...dovevamo pero' attraversare il corridoio e le dissi che dovevo coprirmi....lei per non perdere tempo mi ficco' il velo in testa e mi avvolse tutta quanta nel lenzuolo e cosi' andammo nel bagno. proprio fuori dalla porta del bagno, nel corridoio c'erano degli studenti in visita...erano almeno una dozzina guidati da qualcuno che gli mostrava l'edificio, mi videro tutta imbabbuccata andare in bagno mentre urlavo e a quel punto con la bombola grossa di g&a appresso.....chissa' cosa pensarono! non stetti in bagno neppure un minuto eppure ebbi due contrazioni! il mio dolore e che le contrazioni erano molto ravvicinate adesso , la midwife mi disse che avrei partorito nel giro di cinque minuti! cosa a cui non credetti ovviamente.
uscita dal bagno, non riuscii neppure a ritornare a letto, iniziai a spingere, la bimba era gia' quasi fuori! l'ostetrica mi disse che aveva la spalla incastrata e mi ordino' di trovare la forze per raggiungere il letto senza spingere! ero in panico, il dolore era immenso eppure si trattava di trovare la forza per camminare , salire sul letto e finalmente partorire! mi feci coraggio e riusci' a salire sul letto. con la seconda spinta la bimba non riusci' a venire fuori, la spalla era ancora incastrata. a questo punto la midwife mi diceva: "Cinzia, voglio che mi partorisci "questa spallaaaa!", un'altra midwife entro' e aiuto' la prima e l'infermiera in una manovra di emergenza che fanno nel caso di shoulder dystocia, poi mi insegnarono delle nuove tecniche di respirazione. un'altra spinta e Firdaws era fuori! erano le 12! e potevo finalmente abbracciare il mio piccolo fagottino. mio marito mi si avvicino' dicendomi di non preoccuparmi, che era tutto finito adesso, aveva le lacrime agli occhi e Ilyas in braccio! nonostante il dolore sia immenso! non ho mai incontrato una mamma, neppure una che non rifarebbe quello che ha fatto!