sabato 9 aprile 2011

Monello? Forse un po', ma soprattutto raggiante

Leggerezza. Sorrisi. Comprensione e pazienza. Sembrano solo parole buttate lì a casaccio, anche se evocano silenzio, rispetto e consapevolezza.

Eppure secondo me sono gli ingredienti chiave per gestire i capricci, la testardaggine, le difficoltà tipiche dei cosiddetti terribili due anni.

Nano dice di se stesso di essere monello.
Forse perché glielo diciamo tutti. La maestra, noi, la nonna, gli amici. In effetti nano non è proprio uno di questi bambini tranquilli che puoi portare a fare una passeggiata (passeggino chiuso in cantina da mesi ormai perché per strada deve essere lui a spingerlo e di sedercisi sopra non se ne parla proprio), che giocano tranquilli da soli. Uno di quei bambini che riconoscono il tuo ruolo e ti ascoltano. Che qualche volta dicono sì.
Nano dice sempre no. Anche quando vorrebbe dire sì.

Mio figlio è un duenne molto “fisico”, corre, si muove, sfoga la sua energia come meglio può, è contrario alla regole: se deve star seduto si alza, se si deve alzare decide di star seduto, vuole fare tutto di testa sua misurando le sue mani e la sua capacità, vuole decidere se uscire o stare a casa, se mangiare oppure no, se andare a dormire oppure no.



Nano si diverte un mondo ad andare al ristorante: inizia a correre dappertutto rompendo le scatole agli altri commensali; gli piace tanto uscire perché corre per la strada e mi fa venire un colpo ogni volta col terrore che venga investito; adora stare con gli altri bambini anche se a volte si azzuffa e sa bene come difendersi; mio figlio sa perfettamente come farmi innervosire, come spingere i miei limiti sempre un o’ più in là.

Come si fa, mi chiede qualcuno? Dopo aver ammesso di essere stanca, fisicamente esausta da questo continuo allenamento fisico e mentale e che a volte, soprattutto la sera, mi scappa un urlo quando devo fronteggiare la sua ennesima provocazione, alla fine confermo che io adoro che lui sia così.

Certo, ogni tanto sogno un bambino tranquillo, che non venga continuamente rimproverato dalle maestre, che non mi faccia fare brutte figure in mezzo alla strada. Ma per la maggior parte delle volte lo guardo e mi sorprendo di quanto noi adulti siamo capaci di incasellare tutta la sua complessità in una definizione (“sei monello”, o peggio “sei cattivo”) invece di accettare che lui è vivo, è raggiante, pieno di vita, curioso, intraprendente, intelligente. E’ un bambino di due anni e mezzo.

Per lui tutto è un gioco. Anche la provocazione è fatta con entusiasmo e con divertimento, vuole vedere fin dove può spingersi e la maggior parte delle volte quando rispondo con leggerezza e ironia o quando gli dico semplicemente che “no, non cambierò idea”, lui si scioglie in un sorriso e si calma.

Leggerezza. Ecco la parola con la quale ho iniziato questo discorso. Quante volte non riesco a gestire il suo capriccio non per la cosa in sé ma perché ho altri pensieri per la testa, altre frustrazioni, altre preoccupazioni? Sfogo su di lui invece di fermarmi, respirare e alleggerire la mente: basta un niente, la leggerezza, appunto, per stemperare il momento difficile.



“Ci vorrebbe mano ferma”, “uno scapaccione ogni tanto”, “ma non lo metti mai in punizione”? Me lo dicono spesso. Non riesco a fare nulla di tutto questo e non perché a volte non mi scappi il desiderio di intervenire più duramente ma perché credo che non sia questa la chiave. Il mio massimo è urlare. Quando sono stanca e avvilita e non ne posso più lancio un grido.

Mi vergogno. E mio figlio si offende. Si zittisce, mi asseconda e poi più tardi, quando meno me lo aspetto, quando tutto è calmo e romantico lui mi guarda negli occhi e dice “mamma tu gridi”.

Sono certa che sia una fase. Passerà e tutto a un tratto il piccolo curiosone, iperattivo, provocatore e divertito duenne mi apparirà davanti agli occhi come un piccolo uomo riflessivo, giudizioso e intelligente. E allora forse ricorderò con tenerezza queste sfiancanti battaglie tra una mamma troppo grande e un figlio troppo immenso.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

condivido pienamente....esiste sempre una chiave d volta....ma nn è sempre semplice trovarla.....

MammaNews ha detto...

guarda proprio dopo aver scritto questo post siamo usciti. un'ora al parco felicissimi, poi gelato e infine ...il delirio. si buttava a terra per strada, nella gelateria, si è messo a correre in mezzo alla strada e io a prenderlo per il collo del giubbino. l'ho dovuto portare di peso alla macchina mentre strillava e tutti ci guardavano. Mi è salito un mal di testa...

Anonimo ha detto...

questo post mi colpisce nel profondo. proprio ora che mio figlio ha tre anni ed è proprio come il tuo. sono sfinita e senza pazienza, a volte lo sculaccio, lo metto in punizione ma sembra che niente serva a calmarlo. mi sento in colpa perchè a volte lo vorrei diverso, lo amo, è mio figlio e aspetto che cresca ma non troppo in fretta
mamma stanca

MammaNews ha detto...

mamma stanca guarda anche io potrei chiamarmi così, ogni giorno!!
e anche io a volte dico a me stessa che vorrei prendemri una vacanza da lui...solo due giorni, per respirare e ricordare come era "prima". ti abbraccio

Unknown ha detto...

Accipicchia! Sembra tu abbia fatto il ritratto della mia Miriam: UGUALE!
E pensare che anche io ho scritto qualcosa in merito stamattina... incredibile!http://lemcronache.blogspot.com/2011/04/e-miriam-piange.html
Continuo a leggerti...

MammaNews ha detto...

ciao Micaela benvenuta, passo a leggere della tua piccola...che dire: più siamo meglio stiamo :-)

Sara Salvarani ha detto...

Pero' credo che ci sia un limite...anzi due: la loro incolumità e il rispetto degli altri, in particolare gli altri bimbi.
Mia figlia (3 anni e 4 mesi) e' stata così a casa fini a pochi mesi fa quindi posso confermare che passa..ma aggiungo un "non sempre". C'e una sua compagna di 6 mesi più grande che e' prepotente, non ascolta, picchia, morde e insulta (a Ida ha detto che puzza più di una volta e per lei e' stata un'odfesa gravissima che ho dovuto gestore per giorni) gli altri bimbi.
I suoi al massimo le tolgono i cartoni della sera se morde qualcuno. Ma quando urla, spinge, rompe cose (anche in luoghi pubblici come la biblioteca)...niente. Al massimo un "Dai smettila" e poi guardano gli altri genitori alzando gli occhi al cielo "Ehhhh lei e' così!".
Ecco magari se prendi provvedimenti diversi, se inizi a non portarla in biblioteca spiegandole che e' per il suo comportamento ecc...magari un pelino migliora!
Non sara' mai Ida che fuori casa sembra un angioletto (fin troppo infatti subisce molto il confronto con "i forti" e questo non lo vorrei per nessuno)...ma magari si riesce a scambiare due parole se lei e' nella stanza.

MammaNews ha detto...

certo, speriamo che al mio piccolo accada come alla tua :-))
sono super daccordo quando dici che bisogna intervenire. Quando c'è di mezzo la sua incolumità non esistono capricci e anche quando si ledono i diritti degli altri. La mia stanchezza nasce anche dal fatto che in questa continua battaglia lui mi trova sempre pronta a combattere nel tentativo di dargli delle direttive da seguire. Per adesso, comunque, due parole non si riescono a scambiare :-)
un abbraccio

mammacomeposso ha detto...

noi usciamo adesso dai terrible twos e i no continuano ad essere il leit motiv delle nostre giornate, però si sono diradati e ora si alternano a bellissimi momenti di comprensione e condivisione, sono fasi, passano, magari ritornano, ma vanno apprezzate tutte. secondo me.