martedì 22 giugno 2010

Allattare fa bene, lo abbiamo capito. Però adesso diamoci un taglio

Il latte materno è meglio, non c’è dubbio. Però gli esperti cominciano a mettere in discussione le campagne che mirano a promuovere l’allattamento materno usando leve come “il latte è ricco di nutrienti” oppure “il latte materno protegge dalle malattie” e via così.

Questo perché dopo decenni di monopolio del latte artificiale e dopo che da qualche anno l’allattamento al seno è tornato alla ribalta, anche grazie a campagne di sensibilizzazione, sembra essere arrivato il momento giusto per darci un taglio e di ricordare semplicemente che allattare è facile, economico, naturale.

Un po’ sono d’accordo. Ormai lo sappiamo tutte che il latte materno è il migliore che ci sia, che fornisce anticorpi, che regala una protezione immunitaria eccezionale, che previene numerose malattie in mamma e bambino. Quindi potrebbero anche smettere di ricordarcelo in ogni dove e in ogni momento della nostra gravidanza e del nostro puerperio perché il senso di colpa è dietro l’angolo. E pure il senso di inadeguatezza che ti prende se proprio non ci riesci, se non puoi, non vuoi, se stai male, se sanguini, se smetti.

In Gran Bretagna ne stanno discutendo in questi giorni. Stop alle campagne che promuovono l’allattamento perché fa bene e via a campagne che utilizzino linguaggi diversi, mirati a ricordare quanto l’allattamento possa rappresentare una esperienza appagante e straordinaria per la mamma e il bambino.

Quindi non più
Breast is best
Ma
breast is natural, easy, economy.

D’altra parte sembra che sia questa la giusta chiave di lettura per favorire la diffusione dell’allattamento materno. Leggo che presso il Queensland University of Technology hanno condotto un’indagine su 400 donne con figli di età inferiore ai 18 mesi e hanno scoperto che in tema di allattamento le neomamme preferiscono la vicinanza, il supporto pratico e i suggerimenti di amici e parenti piuttosto che le campagne di comunicazione sull’importanza del latte materno. La ricercatrice australiana spiega che “l’approccio colpevolizzante tutto basato sui benefici al bambino dell’allattamento materno non funziona, è ora che la comunicazione sui temi della salute impari a usare strategie di marketing sociale piuttosto che sullo stile tipicamente educational, un approccio che enfatizza la scelta libera e la fornitura di servizi che aiutino le donne ad allattare al seno”.

5 commenti:

lorenza ha detto...

Sì, credo che sia proprio questo il problema: il senso di colpa che inevtabilmente questo discorso, così come è stato portato avanti finora, genera/ha generato/continua a generare nelle mamme che non possono/non vogliono o, semplicemente, ad un certo punto non ce la fanno più, ad allattare. Allattare è una gran fatica, questo non viene mai detto!

Anonimo ha detto...

quoto questo post. mi sembra tutto molto interessante.
laura

Anonimo ha detto...

io non ho allattato. nessun senso di colpa e mia figlia sta bene. certo bisogna difendersi da chi anche in modo sottile ti dice che sbagli e che non ti sacrifichi per tua figlia! alessia

stefania ha detto...

non ho allettato, non ho fatto il parto naturale e mio figlio non è nato secondo i canoni classici ma con qualche aiutino medico...bastano???....ebbè è sano è sereno e la mamma che sarei io è felice: campagna pubblicitaria contro i sensi di colpi...mai avuti.

Unknown ha detto...

tre figli ... il primo allattato 15 giorni ... il secondo allattato 11 mesi, dopo che mi avevano detto che data la prima esperienza non avrei allattato il secondo ... la terza allattata 4 mesi ... con solo il mio latte non cresceva ... felice di aver provato un po' tutto .... ma sono d'accordo che allattare è bello di per se', non perchè fa bene o chissà chè ... è bello punto e basta ... è un'esperienza coinvolgente per tutti e due!!!!!!!