Parlo di nuovo di latte, ma non posso farne a meno perché questa notizia del latte contaminato mi colpisce. In pratica alcuni ricercatori hanno analizzato i campioni di latte prelevati da 63 mamme, alcune di Piacenza, altre di Milano e altre della provincia di Napoli (Giugliano, luogo funestato ancora oggi dalla presenza di cumuli di spazzatura per le strade), ed è emerso che il latte delle mamme milanesi sarebbe più inquinato rispetto a quello delle mamme napoletane. Il risultato ha molto sorpreso i ricercatori che partivano dal presupposto che siccome le mamme napoletane avevano respirato fumo proveniente da roghi di spazzatura e chissà quali altri miasmi il loro latte sarebbe stato sicuramente più inquinato e più ricco di diossina.
E invece no.
Le mamme milanesi sono più in là con gli anni (in media hanno il primo figlio tra i 30 e i 40 anni, mentre a Napoli la media è al di sotto dei 30 anni) e questa circostanza sembra influenzare davvero molto il livello di contaminazione del latte.
La buona notizia c’è: in generale il latte è meno inquinato rispetto agli anni scorsi.
I livelli di diossina sono scesi del 60% negli ultimi vent’anni e anche le concentrazioni di altri inquinanti come i policlorobifenili (PCB) e altre sostanze tossiche sarebbe diminuita del 20%.
I ricercatori della Facoltà di agraria della sede di Piacenza dell'Università Cattolica, che hanno condotto le analisi, hanno spiegato che l’età della madre è determinante dal momento che la diossina e altre sostanze si accumulano nell’organismo attraverso il cibo e la respirazione. Quindi più si è grandi più diossina ci sarebbe nel sangue.
Niente paura, però: anche le mamme milanesi hanno dei valori di diossina per nulla allarmanti. La diossina che si trova le latte materno viene naturalizzata dall’organismo e i livelli registrati sono molto inferiori ai limiti imposti dalla legge (tra i più bassi in Europa).
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