venerdì 12 febbraio 2010

Come la pubblicità aumenta l'obesità infantile

Il dibattito sulla televisione è sempre aperto. Il web si sta mobilitando perché la Rai ha deciso di sopprimere i programmi per bambini di Rai Tre e le mamme insorgono.
Sono sostanzialmente d’accordo: è giusto lottare per non far chiudere programmi che sono amati dai bambini e che stimolano la loro fantasia e la loro creatività.

Rispondendo a uno di questi dibattiti ho detto anche che per me il grande problema della televisione e del suo rapporto con i bambini non è il contenuto dei cartoni (per quanto alcuni siano veramente opinabili) ma la pubblicità che interrompe continuamente questi programmi.

Giochi, videogiochi, prodotti per l’infanzia e cibo (ovviamente spazzatura, mai che si vedesse la pubblicità di una frutta frullata, o che so io…): i bambini vengono trasformati in puri soggetti da fascinare con spot mirabolanti e illusori (come se fossero degli stupidi e non capissero che il giocattolo non sparerà mai dei veri razzi su uno sfondo di montagne e vulcani) e ridotti ad ingranaggio dell’impietosa catena del marketing spicciolo.
Insomma, la pubblicità destinata ai bambini non la sopporto.
Mi sembra una vigliaccata, ecco.
E al margine di questo mio post anti-pubblicità segnalo i dati emersi da uno studio condotto dalla UCLA su 3563 bambini e pubblicato sull’American Journal of Public Health.
I bambini sono stati seguiti fino ai 12 anni e i ricercatori hanno osservato soprattutto le abitudini televisive e le hanno messe in relazione con il loro indice di massa corporea.
I ricercatori hanno comparato i dati del gruppo di bambini che trascorreva il tempo guardando programmi senza pubblicità con quelli del gruppo che trascorreva lo stesso numero di ore guardando programmi interrotti da spot che reclamizzavano soprattutto cibo spazzatura (junk food). Ebbene, a parità di ore trascorse davanti alla tv i bambini del secondo gruppo erano più grassottelli.
Lo studioso che ha condotto l’esperimento ha concluso che non è tanto la tv a far ingrassare quanto la gran quantità di fascinazioni relative al cibo spazzatura che hanno parecchia presa sui bambini.
Lo scienziato ha anche ricordato che, con la quantità di pubblicità che passa in televisione durante i programmi destinati ai bambini, un piccolo di cinque anni si è già subito 4.000 spot…

Image: Junk Food

2 commenti:

Anonimo ha detto...

quanto hai ragione, anche io detesto la pubblicità che interrompe i cartoni. un conto è provare a convincere gli adulti e un altro i bambini che non hanno strumenti per distinguere. saluti, felicita

Marilde ha detto...

5 anni e 4000 spot: allucinante!