Non è proprio una novità.
Cioè, a questa banale conclusione potevamo arrivarci pure noi mamme e neomamme, mogli, donne, amiche di amiche senza scomodare una intera equipe di ricercatori. La banale conclusione è: l’arrivo del primo figlio crea una frattura tra marito e moglie aprendo a crisi inaspettate e molto serie.
A permeare di valenza scientifica con tanto di letteratura in merito uno dei più diffusi argomenti da chiacchiere al femminile post partum è stato un gruppo di ricerca della Texas A&M University, il cui studio ha trovato spazio sulle pagine del Journal of Personality and Social Psychology.
Ebbene questi scienziati hanno chiesto a 218 coppie di sposi di circa 26 anni – 132 delle quali avevano concepito il primo figlio durante i primi 8 anni di matrimonio e 86 non avevano figli – di raccontare lo stato della loro vita coniugale e della loro felicità matrimoniale.
Risultato: una donna su tre riferiva di avere avuto problemi al momento della nascita del primo figlio. Problemi che erano stati ancora più difficili da superare se il nuovo arrivato era di sesso femminile. I padri, infatti, avevano avuto maggiori difficoltà ad accettare il cambiamento e ad accudire il neonato, in particolar modo se si trattava di una bambina; ciò che le mamme lamentavano era soprattutto la mancanza di collaborazione e di sostegno morale.
Si tratta, naturalmente, di uno studio puramente statistico ma questi dati sembrano confermare che se all’inizio qualcuno ci ricordava di goderci la vita da sposini o da fidanzati, perché con i figli sarebbe cambiato tutto, un motivo c’è.
Appurato il dato, non posso fare a meno di chiedermi quanto le differenze di atteggiamento con il quale maschi e femmine affrontano l’arrivo del cucciolo giochino un ruolo determinante nell’aprirsi della crisi. Leggevo qualche giorno fa un post di
13 commenti:
Io però quando leggo queste richerche rimango sempre un po' basita.
Possibile che esistano tanti uomini che si sentono gelosi o messi in disparte?
Ma sono UOMINI questi?
cara Silvia, invece a me non ha sorpreso più di tanto. ne sento e ne vedo di amiche in crisi col compagno dopo il lieto evento. è solo gelosia e un po' di infantilismo? può essere, ma ci vedo anche molta incapacità di diventare autentici complici della donna amata e una sostanziale difficoltà a rivedere le priorità e a cambiare la scala dei valori. ma c'è davvero tanto da dire
mah, credo che, tra i tanti cambiamenti che un figlio comporta, quello che manda maggiormente in crisi la coppia sia il disvelamento della diversità. perché ci viene sempre raccontato che siamo "uguali" agli uomini, che siamo su una posizione paritetica. e quando nasce un figlio, scopriamo che non è così, non siamo affatto uguali e nemmeno paritetici, al di là della capacità di aiuto ed empatia di cui sono capaci i mariti. e tocca alle donne, prima di tutto, riconciliarsi e fare i conti con questa "diversità", prima che con i loro mariti... non so.
Lorenza mi colpisce molto questa tua riflessione e mi piace pensarla in questo termini. nel senso che forse la maternità riscopre quel femminino che è in noi e che tentiamo di superare in favore di una parità assolutamente fittizia. finchè continueremo a pensare alla parità usando parametri maschili e maschilisti non saremo mai veramente pari. cioè, perchè pari come loro?
argomento complesso... ma fra i vari motivi che portano alla crisi ( in effetti non sentivamo la mancanza di ricerche dai risultati già noti...) c'è sì la gelosia dei padri, in alcuni casi, il sentirsi messi da parte. ( il che la dice lunga su come per alcuni la donna sia "madre"), c'è la carenza di aiuti che fa sì che la donna porti il peso maggiore, bella anche l'ipotesi di Lorenza, e c'è a volte un eccessivo orientamento della donna a essere madre e meno donna. E' naturale che i primi mesi l'attenzione sia quasi totalmente rivolta al bambino, ma dopo un po' si dovrebbero rieggiustare i tempi e gli equilibri. Ma... quanto è facile fare ciò in una società che dice che una buona madre sta incollata al suo bambino? Come stupirci poi del basso livello di natalità? E dire che la maternità, riportata a qualcosa di più naturale è un'esperienza forte e bella e creativa. E... smetto va che viene troppo lungo sto commento. Bel post!
Io mi sento sempre un pesce fuor d'acqua... Ho sempre sentito questa cosa che con 'arrivo di un figlio sarebbe cambiato tutto, e a me non è cambiato niente.
Anzi, io penso che per me la maternità sia stata un motivo di slancio in avanti, e non di crisi.
Ma non sarà semplicemente che ci si sposa senza conoscersi? E soprattutto ci si sposa senza aver prima aver vissuto da soli: e questo, a mio parere, incide moltissimo. Perchè si è meno abituati a gestire la casa, meno abituati a organizzarsi, ecc...
Sento la mia amica che si lamenta dell'assenza di suo marito e tutte le volte finisco per dirle: ma lo sapevi che era così! lo hai sposato per quello!
Sarà che certe volte come donne bluffiamo un po'?
Ci facciamo tutte carine, siamo sempre simpatiche e disponibili, accettiamo di passare le giornate a sfornare panini per lui e i suoi amici che occupano il salotto e guardano le partite...
E poi quando ci sposiamo non ci sta più bene niente: gli amici sono troppo infantili, la casa non è un albergo, metti i panni sporchi nel cesto della biancheria che io non ho più voglia di correrti appresso. E così via...
Non so, sono molto confusa, in merito.
Io penso sia, come sempre, questione di 'persone' e non di 'genere'. Ho scoperto l'acqua calda.
Hai ragione Marilde, l'argomento è davvero troppo complesso e limitarlo a un semplice dato statistico rischia di essere un'operazione anacronistica.
Ed è anche vero come dice Mammafelice che a volte in queste situazioni ci mettiamo da sole. Capita spesso che all'inizio della vita a due una donna si prenda carico di ogni incombenza (può anche gratificare prendersi cura di marito e focolare), quando arriva un figlio tutto cambia e l'equilibrio crolla, ma in realtà nulla è cambiato e il marito fa esattamente le stesse cose di prima.
conosco un'amica che ha vissuto proprio questa esperienza e quando le ho detto che in fondo suo marito era uguale a prima lei ha risposto che era daccordo che lui non facesse niente in casa, ma che si aspettava che il suo grado di coinvolgimento cambiasse con l'arrivo del bambino. Così come conosco anche donne che al marito non fanno fare niente per principio perchè "tanto non lo fanno come lo faccio io", comodo per questi padri che alla fine si sentono autorizzati a starsene con le mani in mano.
Ciao sono Maria e sono quella donna su tre. Mio marito è irriconoscibile e abbiamo una femminuccia.
Il mio matrimomìnio non è in crisi, ma il nostro rapporto si è sicuramente modificato. Le mie attenzioni sono rivolte alle bimbe e sto aspettando il prossimo anno per poterne finalmente rivolgerne qualcuna anche a me perchè dopo 6 anni di "mammaatempopieno" mi sento un pò svuotata.Mio marito capisce e non capisce e mi richiede le stesse attenzioni di quando eravamo coppia ed io avevo 6 anni e 3 figlie in meno ... Secondo me il loro problema è che nel profondo rimangono bambini in cerca di attenzioni
ciao cara, arrivo tardissimo.
rimanendo sulla coppia, ritengo che questi siano problemi dei singoli, in particolare in questi anni.
poca predisposizione al sacrificio (non fine a se' stesso eh! parlo di sacrifici x costruire qualcsoa di bello, come una famiglia!)
zero predisposizione a lavorare su se' stessi. Trovarsi in una nuova situazione, conoscersi, capirsi, plasmarsi in una nuova modalità, con fantasia, voglia di crescere.......
smetto anch'io va
cara Trilli tu sei un caso a parte: tre bimbi in tre anni destabilizzerebbero anche il più maturo degli uomini. ;)
comunque penso sia vero che in fondo restano sempre dei peter pan e se per un periodo sembra che siano maturati arriva sempre il momento fatidico in cui tornano ad essere dei bambini.
Accolgo la tua riflessione MY, penso che la responsabilità è dei singoli ma di certo c'è spesso una incapacità a impegnarsi fino in fondo e se parliamo di sacrificio noi donne vantiamo un palmares di tutto rispetto. nessuna meglio di una donna, secondo me, conosce il significato della parola sacrificio. forse pure troppo perchè a volte sarebbe meglio arrendersi e deporre le armi uscendo da un rapporto fallito piuttoso che incaponirsi e sacrificarsi inutilmente.
è questa la cosa che mi spaventa di più dell'avere un figlio. ho ventisei anni appena compiuti, ho un rapporto meraviglioso con il mio compagno e ora come ora io non posso fare a meno di vedere (è una cosa solo mia, perchè lui invece lo vorrebbe) un bambino come un'intrusione. sicuramente la "colpa" nel caso di queste crisi sta da entrambe le parti, ma ho notato che moltissime donne, con l'arrivo di un primo figlio, diventano solo madri, sembrano vivere unicamente in funzione del figlio: non solo non si curano più del compagno, ma anche della loro realizzazione personale, delle amicizie e degli interessi. e questa unidirezione io non la trovo sana nè per la mamma nè per il bimbo. so che un neonato o comunque un bimbo molto piccolo richiede una quantità infinita di cure e attenzioni, però sappiamo bene tutte che c'è una soglia oltre la quale tutto questo non è più naturale e diventa forse eccessivo.
però mi piacerebbe, in futuro, avere un figlio. ho voglia e paura allo stesso tempo. che dire, spero solo di essere una delle due donne su tre (le basi ci sono, io e il mio compagno ci conosciamo a fondo e abbiamo un rapporto basato sulla fiducia e sull'aiuto reciproco, tutto questo fa ben sperare) e, sicuramente, quando rimarrò incinta e nei primi mesi del bambino mi farò affiancare da un supporto psicologico di fiducia, che ho già sperimentato con successo in molte altre fasi della mia vita. anzi, a dirla tutta ritengo che ogni neo mamma dovrebbe poterne usufruire d'ufficio, se ne sente il bisogno.
carissima M. vorrei rassicurarti perchè non tutte le storie entrano in crisi dopo l'arrivo di un bambino. certo il momento è particolare ed è una fase di passaggio critica e che mette alla prova, ma secondo me se una coppia è forte e in armonia può uscirne ancora più forte e unita.
inoltre mi sembra che tu abbia le idee molto chiare su cosa non vuoi: non vuoi diventare solo una madre, non vuoi dimenticare il tuo compagno e non vuoi perdere la bellezza che c'è nella vostra coppia. sei a un buon punto cara. ci sarà da lavorare perchè nulla di tutto questo avverrà per forza naturalmente ma se ti impegni e ricordi a te stessa che, certo, non può essere come prima ma sarà meglio, che non siete più solo voi due ma c'è un terzo davvero unico, che vi amate ancora di più e che sarete legati davvero per tutta la vita, puoi essere la migliore delle mamme e la migliore delle compagne. E di certo se dovesse andar male dirai a te stessa di esserti davvero impegnata.
Dell'argomento dicutevamo anche in un post di qualche settimana fa: http://mammanews.blogspot.com/2009/03/prima-e-oggi.html.
ti abbraccio.
Posta un commento