mercoledì 15 aprile 2009
Partorire in casa: una scelta consapevole e sicura secondo gli ultimi studi
Parto naturale. Partorire in casa è una decisione presa da più o meno 1500 donne in Italia. Gli ultimi dati risalgono a dicembre 2008 quando, intervistata dal Corriere della Sera, Marta Campiotti, presidente del Coordinamento nazionale delle ostetriche che eseguono il parto a domicilio (www.nascereacasa.it), ricordava che se il Protocollo di Klostermann viene rispettato (e cioè che la donna è sana, se il feto è uno solo e non è podalico, se non c’è sproporzione tra il peso della mamma e quello del feto e se la gravidanza è tra la 37siam e 43esima settimana) non c’è alcun motivo per medicalizzare quello che è un evento assolutamente fisiologico e naturale.
Secondo gli esperti i motivi per i quali una donna non opta per il parto in casa sono essenzialmente due: il primo è che costa (tra i duemila e i tremila euro) e il secondo è la convinzione che sia più pericoloso che partorire in ospedale. Per provare a fare chiarezza su questo punto mi sembra interessare riportare i risultati di questo che è stato definito il più ampio studio mai realizzato sull’argomento e pubblicato recentemente sull’International Journal of Obstetrics & Gynaecology (BJOG ).
L’indagine è stata condotta dai ricercatori del TNO Institute e ha preso in considerazione ben 530.000 nascite avvenute nei Paesi Bassi. E’ proprio l’Olanda il Paese europeo dove per decenni si è registrato il più alto tasso di nascite in casa di tutto il Vecchio Continente. Poi si è verificato anche uno dei più elevati tassi di mortalità neonatale, quindi gli esperti si sono chiesti se questo dato non fosse in qualche modo legato proprio a quello delle nascite in casa.
Allora gli studiosi si sono messi al lavoro, e nel frattempo sono partite campagne di informazione per convincere le donne a partorire in ospedale e una su tre ha infatti cambiato idea in questo senso.
Adesso sorpresa! I risultati dello studio sono stati pubblicati proprio in questi giorni e negherebbero qualunque nesso tra un maggiore rischio di complicanze e il parto in casa. In pratica non si registra alcuna significativa differenza nel tasso di mortalità infantile, materna o di complicazioni di varia natura tra i due tipi di parto, entrambi iniziati e portati a termine con il supporto di un’ostetrica. Secondo quanto emerso dalla ricerca, una donna su tre aveva iniziato il travaglio a casa e poi alla fine aveva partorito in ospedale, ma le complicazioni che erano sopraggiunte erano generalmente legate a un’anomalia del battito cardiaco fetale o alla necessità di eseguire un’epidurale per gestire meglio la fase del dolore: complicazioni che si sarebbero verificate anche se la donna fosse stata in ospedale sin dal primo momento.
Per renderci conto di cosa stiamo parlando e di come potrebbe essere ecco un video di un parto in casa
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8 commenti:
Per ora io sono 'sfavorevole' al parto in casa.
La possibilità di ricevere un'adeguata rianimazione pediatrica a mio parere è troppo importante, e non va sottovalutata.
Le ostetriche, in un parto in casa, potrebbero effettuare una rianimazione di base, senza avere a disposizione ossigeno, defibrillatore, farmaci, ecc...
E i danni da anossia (mancanza di ossigeno al cervello) sono devastanti e spesso irreversibili, e sopraggiungono dopo appena 10-30 secondi dalla mancanza di respirazione.
Un lasso di tempo troppo breve, per l'arrivo di un'ambulanza avanzata e un trasporto in ospedale.
E' chiaro che qualsiasi complicanza si può verificare tanto in casa, quanto in ospedale.
Quindi non penso ci sia una correlazione diretta tra decessi neonatali e parto in casa.
Ma è anche vero che quando le complicanze si verificano in una sala parto, c'è un'equipe pronta a fare un cesareo, rianimare il neonato, effettuare trasfusioni... insomma: un'equipe che ha requisiti e attrezzature idonei per salvare la vita sia al bimbo che alla mamma.
condivido in pieno Barbara. Lo studio olandese ha usato soprattutto dati statistici e di sicuro numeri e grafici lasciano il tempo che trovano quando ci troviamo a pensare ai possibili rischi.
D'altra parte io non avrei mai partorito in casa proprio perchè non mi sarei sentita sicura. Quello che mi piacerebbe però è pensare alla possibilità di vivere in un paese dove ogni dona sceglie che tipo di parto avere. Un posto dove venga promosso un parto più naturale possibile (garantendo l'accesso all'epidurale a tutte o la possibilità di partorire in acqua o appunto a casa), ma anche dove se una donna chiede il cesareo venga rispettata la sua decisione senza che si senta continuamente giudicata per questa debolezza. Insomma, mi piacerebbe che almeno per quanto riguarda una cosa così nostra e personale come il parto potessimo decidere senza doverci sentire per l’ennesima volta in colpa o senza dover subire il parto che capita solo perchè non si può avere altro.
Un abbraccio
em... scusate.... se le complicazioni insorte sono legate anche alla necessità di un'epidurale... beh in casa le ostetriche non te la possono somministrare.
Quindi almeno in quel caso la differenza con l'ospedale c'è. In ospedale te la fanno subito a casa no. Devi scendere (in pieno trevaglio... che divertimento), salire in macchina e raggiungere il primo centro maternità.
concordo con mamma felice.
Conosco ben due mamme con figli disabili a causa di una maledetta anossia.
E' capitato in ospedale dopo che i medici hanno tardato e in un caso rifiutao, il tc.
Il neonatologo (l'unico che possa rianimare e ossigenare un bambino appena nato) in molte strutture dopo le 20:00 è reperibile da casa!
Nel nostro paese esistono 3 livelli di assistenza. E questo non va affatto bene.
Di +. Secondo il nostro ministero della salute, la metà della mortalità materna potrebbe essere eliminata con più alti standard assistenziali.
Ne abbiamo di cose da sistemare!
Non potresti trovarmi più d'accordo con questa tua frase:
Insomma, mi piacerebbe che almeno per quanto riguarda una cosa così nostra e personale come il parto potessimo decidere senza doverci sentire per l’ennesima volta in colpa o senza dover subire il parto che capita solo perchè non si può avere altro.Per me è assurdo, ad esempio, che l'epidurale non sia garantita a chiunque la desideri (a Bologna costa 700eur, non so se mi spiego!), o che in alcuni ospedali non ci siano sale parto attrezzate, vasche per il parto in acqua, ecc...
La mia amica svedese, tutte le volte che le racconto queste cose, resta scioccata!
In ogni caso, secondo me, quello che deve cambiare non è radicato solo nella cultura ospedaliera, ma anche nella cultura delle donne italiane.
Le donne, le neomamme, combattono tra loro!
Ho sentito e letto giudizi implacabili da mamme ad altre mamme, per qualsiasi cosa: e perchè il cesareo? e perchè l'epidurale? e perchè non allatti?
Io, nel mio piccolo, cerco di 'combattere' proprio contro questi atteggiamenti. Mi sono data come obiettivo di trasmettere la felicità quanto più possibile.
Di cercare di dire a quante più donne possibili che i sensi di colpa sono delle sciocchezze, e che ciascuna di noi è una brava mamma o può diventarlo.
Eppure quanta soddisfazione leggo, in certi casi, nel dolore!
Come se, facendo a gara a chi soffre di più (e qui torniamo al parto, ma anche alle notti in bianco, agli svezzamenti impossibili, ecc...), la più brava mamma sia quella che è la più martire di tutte.
Io sono proprio all'opposto... mi dico sempre: tra stare male e stare bene, io preferisco stare bene! :))
Quindi ben vengano anche i parti meno 'traumatici', gli ospedali che ti accolgono come in una casa, l'umanizzazione di un atto che dovrebbe scollarsi da dosso l'implacabile giudizio: donna, partorirai con dolore!
Eccerto, lo ha detto un uomo... e qui cito una frase di un film di cui non ricordo il titolo: Vorrei vedere te, a fare uscire un melone da un buco grande quanto un limone :)
ohmamma, ho guardato adesso il video... alla faccia del parto in casa che è più intimo! :)
cioè, questa mamma ha partorito dentro una piscinetta insieme agli altri suoi bambini?
a me sembra davvero eccessivo.
quanta soddisfazione c'è nel manifestare a tutti il proprio dolore e il proprio sacrificio. Hai ragione Mammafelice, anche io ho scritto in più di un'occasione che è assurdo colpevolizzare un'altra donna perchè ha partorito con l'epidurale o con il cesareo. Ed è vero che la maggior parte degli sguardi di riprovazione partono proprio dagli occhi delle donne, di altre mamme. L'ho vissuto in prima persona: ho partorito con un casereo e quasi quasi a volte è sembrato che dovessi scusare (per non parlare del fanatismo che circonda l'allattamento al seno ma questa è un'altra storia).
ps. anche a me sembra proprio eccessivo partorire davanti ai bambini. sarò conservatrice ma penso ancora che il parto sia una cosa tra donne (o per lo meno tra adulti)
Allora io sono ultraconservatrice perché penso che sia gravissimo partorire davanti a dei bambini. Ogni tanto mi chiedo dove stia andando il limite delle cose...
Il parto è cosa da adulti.
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