venerdì 14 novembre 2014

Autosvezzamento, cos'è e come si fa



Autosvezzamento, altrimenti detto “alimentazione complementare a richiesta”, è una pratica sempre più diffusa dalle mamme. Cosa vuol dire autosvezzamento? Il bambino viene lasciato libero di mangiare gradualmente tutti gli alimenti che desidera senza seguire una recisa e dettagliata tabella di introduzione dei cibi.

Come funziona l’autosvezzamento
Il bambino deve alimentarsi fino al sesto mese di vita esclusivamente con latte materno perchè, come indica anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il latte materno è completo e riesce a garantire al bambino il giusto apporto nutrizionale di cui ha bisogno per crescere.
 Ma dopo il sesto mese le esigenze cambiano e il bambino comincia anche a manifestare una certa curiosità nei confronti dei cibi, magari quello che vede preparare e mangiare in famiglia.

A questo punto il bambino dovrebbe essere lasciato libero di sperimentare nuovi gusti e nuovi alimenti, seguendo una modalità che decide lui stesso perché è  in grado di regolarsi da solo. 

Insomma, abbandonando ogni tabella di svezzamento o quantità predefinite, le mamme autosvezzanti propongono al bambino, che viene invitato a sedersi a tavola con i genitori durante la cena, qualsiasi tipi di alimento verso il quale il bambino manifesti curiosità.


E’ ovviamente importante evitare di introdurre alimenti potenzialmente allergizzanti prima del compimento del primo anno di vita, come ad esempio l’uovo, ed anche sminizzare finemente gli alimenti, ma dimenticate omogeneizzati, baby food, pappe liquide, creme di farina o cereali.
I bambini mangiano la carne preparata per la famiglia, la pasta condita, le verdure e ogni altra pietanza che è stata preparata per i genitori e i fratelli.

Svantaggi e vantaggi dell’autosvezzamento
I vantaggi di questa modalità si svezzamento possono avere un effetto sull’intera famiglia. Abbandonando la pratica di dover cucinare solo per il bebè, inevitabilmente ci sarà un meno carico di impegno per la mamma ma soprattutto si cercherà di migliorare la qualità delle pietanze preparate per tutti, a vantaggio della salute dell’intera famiglia. Meno sale e zucchero, dunque, materie prime fresche e di qualità, cotture più sane: il fatto che il bambino mangi a tavola insieme agli altri induce un naturale miglioramento della qualità dell’alimentazione familiare. Inoltre il bambino  si abituerà sin da subito a mangiare cibo più adulto, di sapore più autentico e probabilmente crescerà con la naturale predisposizione a voler assaggiare nuovi cibi e una curiosità nei confronti dell’alimentazione.

Lo svantaggio sta sicuramente nel timore che il bambino soffochi con il cibo. La pappa liquida in tal senso è una sicurezza. Permette al bambino di abituarsi gradualmente al passaggio da latte a cibo, a gusti nuovi, maggiormente nutrienti ma comunque frullati e facili da deglutire. Al contrario dare in mano al bambino del cibo semplicemente sminuzzato può creare qualche preoccupazione in più. L’importate è non forzarlo mai a mangiare e ovviamente sminuzzare i cibi molto finemente, lasciando che lui li tocchi, li maneggi e li porti alla bocca con la mano, in modo naturale.


Un altro dubbio delle mamme che approcciano all’autosvezzamento è che non si ha la reale percezione di quanto il bambino mangi. Una pappa preparata con un’adeguata quantità di farine, verdure e carne avrà un suo peso specifico e la mamma ha la precisa indicazione di quanto il bambino avrà mangiato. Con l’autosvezzamento invece il bambino mangerà piccole quantità di qualsiasi cosa vorrà e forse non sarà così facile capire quanto avrà mangiato davvero. Ma il principio dell’autosvezzamento è che il bambini, per quanto, piccolo abbia una sua capacità di autoregolamentazione interna che fa sì che mangi quando ha fame e si fermi quando è sazio. Ma se il piccolo cresce bene e non ha problemi di salute non c’è ragione di preoccuparsi.

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