lunedì 7 febbraio 2011

Giocare con i bambini: un vero e proprio Special Time

Sono certa che ad una prima lettura direte: "Questa è la scoperta dell'acqua calda" ma dopo un'onesta riflessione converrete che il concetto non è così ovvio e scontato.
Di cosa parliamo? Della teoria dello "special time" appena arrivata dal mondo dell'infanzia made in USA.


In cosa consiste? In dedicare al proprio figlio almeno 15 minuti della proprio giornata (se parliamo di bimbi piccoli, per quanto il concetto venga applicato anche agli adolescenti utilizzando una fetta di tempo più ampia) per giocare secondo quelli che sono i suoi desideri, non in base alle sollecitazoni che siamo noi a dargli e spegnendo rigorosamente cellulare, tv, computer e interrompendo qualsiasi altra azione che ci distragga da lui.
L'obiettivo non è viziarli - sostengono i teorizzatori dello "special time" - ma rispettare i loro desideri, divertirsi insieme quotidianamente creando un abitudine al gioco condiviso.
Il tutto aiuterebbe ad incrementare l'autostima dei figli e rafforzare il legame tra adulti e bambini.
Durante quel tempo dedicato, infatti, è il bimbo a condurre il giorco, a decidere se vuole giocare al pirata, con le bambole o dipingersi la faccia per fare l'indiano.

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