Gli esperti sono concordi nel ritenere che i bambini, non solo i neonati, abbiano bisogno di regolarità, abitudini, rituali. Io sono d’accordo con buona pace di chi pensa che i bambini vadano lasciati liberi di dormire, poppare, giocare quando preferiscono. Penso che anche noi adulti abbiamo bisogno di dormire un certo numero di ore, mangiare a una certa ora e una totale deregulation di abitudini e orari farebbe andare in loop anche noi.
Certo, noi siamo grandi e ce ne rendiamo conto, loro sono piccoli e hanno bisogno della nostra guida e del nostro aiuto per capire quando è tempo di mangiare e quando di dormire.
L’ho costatato con mio figlio che è un bambino sereno e tranquillo e lo è anche per le abitudini che ha e per il fatto che non l’ho mai strapazzato costringendolo a venirmi dietro di sera mentre era chiaro che voleva dormire nel suo lettino. Sin da piccolo è sempre stato un dormiglione e io l’ho assecondato in questa sua inclinazione, creandogli i presupposti perché al massimo entro le 20.30 andasse a dormire volentieri: a casa nostra a una certa ora tutto inizia a rallentare e a scemare.
Leggo di questa ricerca condotta su ottomila bambini di 4 anni presso il SRI International, un istituto di ricerca non governativo e no profit, presentata in occasione del grande congresso internazionale che si sta tenendo in questi giorni in Texas e che ha come tema proprio il sonno (SLEEP).
Questi studiosi hanno concluso che i bambini che hanno delle regole per andare a dormire e che dormono un numero giusto di ore vanno meglio a scuola e in generale mostrano un migliore sviluppo cognitivo. Capacità di esprimersi con linguaggio, alfabetizzazione, consapevolezza dei fonemi, abilità manuali: i bambini che hanno orari regolari nel sonno e dormono almeno dieci ore a notte avrebbero maggiori abilità in questi campi e andare a letto presto, spiegano gli studiosi, è il più importante fattore predittivo per avere il massimo punteggio a questi test.
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