martedì 10 novembre 2009

Monitor fetale: chi c'è in ascolto?

Parliamo del monitor per ascoltare il battito fetale. Quando ero incinta ho pensato di comprarlo. Considerato che venivo da un aborto interno che non aveva dato nessun sintomo per ben tre settimane, quando ho scoperto di essere di nuovo incinta ero convinta di comprarlo, ma poi ho immaginato me stessa alle prese con questo oggetto perennemente acceso. Perennemente in ascolto. E perennemente in ansia.
Così ho lasciato perdere.
Avendo frequentato per l’intera gravidanza un forum di future mamme so per certo che, invece, questi dispositivi sono molto usati.
Per questo mi colpisce l’allarme lanciato nei giorni scorsi in Gran Bretagna dove una donna alla 38sima settimana di gravidanza ha perso il suo bambino, complice anche il monitor fetale. La donna aveva percepito che il bimbo si muoveva di meno, ma il monitor l’aveva rassicurata sul battito cardiaco e così per tutto il weekend non si è preoccupata. Invece il lunedì il battito era scomparso e quando lei è andata in ospedale i medici hanno potuto riscontrare solo che il bimbo era morto. Secondo loro il monitor fetale è un corresponsabile di quanto accaduto: il bambino era in sofferenza e lei attraverso il monitor ha ascoltato probabilmente il suo stesso battito cardiaco o rumori provenienti al flusso sanguigno placentare. Il monitor le ha fornito false rassicurazioni e si è sostituito al medico.
Questo evento ha riaperto il dibattito sull’utilità di questi dispositivi: sul British Medical Journal i medici ribadiscono che questi strumenti andrebbero usati solo per divertimento (per creare un legame con il bambino o per giocare con i fratellini) ma certamente non come alternativa al controllo medico in caso di dubbi sulla salute del bambino.

Image: 'Is there anybody in there?'

1 commento:

Anonimo ha detto...

guarda casa a pennello questo tuo post. proprio qualche giorno fa io e mio marito stavamo ragionando se comprare l'angel sound o no e alla fine abbiamo deciso di comprarlo ma solo per usarlo per gioco, come dici tu. Ciao Veronica