venerdì 15 maggio 2009

Perchè non aiutare una mamma che vive lontano?




Credo fermamente nella solidarietà. Soprattutto nella solidarietà femminile. Perché le donne tutto o quasi sanno.
E tutte le necessità dei figli per le mamme diventano una priorità.
Credo anche nel sostegno concreto e non nel sussidio, non nell’assistenzialismo fine a se stesso che ha il sapore della carità.
Per questo mi interessa molto l’attività di Muhammad Yunus e della sua Banca dei Poveri. Premio Nobel per la Pace nel 2006, Yunus ha inventato il concetto di microcredito: prestare somme che per noi sono un’inezia a persone per le quali invece sono cifre enormi, utili per avviare un’attività, comprare una capra o un telaio.
La Banca dei Poveri presta soprattutto alle donne. Perché è emerso senza alcun dubbio che le donne rimborsano i prestiti e usano i soldi per avviare davvero un’attività che diventi fonte di sostentamento per la famiglia. Non solo, non appena raggiungono un minimo di auto-sussistenza economica pensano ai figli, garantendo loro una istruzione scolastica e contribuendo significativamente al progresso umano e culturale della propria comunità.
In una parola, le donne sono più affidabili e i dati statistici dimostrano che la maggior parte dei prestiti al femminile vengono restituiti.
Sull’onda di queste esperienze mi colpisce il comunicato stampa che la Fondazione Pangea Onlus mi ha inviato per presentare la campagna “Sostieni una Mamma. Sostieni il Futuro”.
Non si tratta dei programmi, ormai molto radicati, di adozione e sostegno a distanza, ma di una forma di collaborazione tra donne che supera i confini e diventa strumento di solidarietà tipicamente femminile.
Con 82 centesimi al giorno possiamo aiutare una mamma che, dall’altra parte del mondo, nelle zone più povere del pianeta, cerca di costruirsi un futuro possibile e di regalarlo ai suoi figli. Si tratta, come spiega Pangea, di aiutarla in un suo percorso di riscatto economico e sociale in comunità indiane, afgane, congolesi o nepalesi.
Con trecento euro l’anno possiamo aiutare una mamma a frequentare prima di tutto un corso di alfabetizzazione e contabilità e poi garantirle un microcredito di 150/200 euro che lei potrà utilizzare per dare vita a un’attività imprenditoriale.
Verranno aiutate anche le mamme che non hanno ancora specifiche competenze: potranno, ad esempio, frequentare un corso di sartoria e acquistare con il loro microcredito le attrezzature per prestare l’opera sartoriale all’interno della loro comunità.
Non solo, le mamme e future mamme verranno avviate a corsi di informazione igienico-sanitaria e verranno garantite visite ginecologiche ed ecografie alle donne incinte al fine di ridurre il tasso di mortalità al momento del parto.
Un obiettivo davvero sensibile questo della riduzione della mortalità legata al parto: basti pensare che la gravidanza, evento assolutamente fisiologico nella vita di una donna, è la principale causa di morte tra le donne in età fertile nel 99% dei paesi in via di Sviluppo e che ogni anno 536mila neomamme muoiono nel dare alla luce i propri figli.
Per info: Pangeaonlus.org

2 commenti:

Anonimo ha detto...

che bella questa iniziativa. mi attivo subito

Renata ha detto...

Tante sono le iniziative a favore dei più poveri, ma ammetto che spesso mi sorgono dubbi sul reale utilizzo dei soldi raccolti. Questa mi sembra una inizativa lodevole. Grazie per la segnalazione.