sabato 7 marzo 2009

Bambini asmatici: poca tv e molti giochi all’aperto, anzi… meglio in piscina


Ok, non trasformiamola nel nemico pubblico numero uno. In fondo ci torna molto utile quando dobbiamo preparare pasta e fagioli e il pupo si imbambola davanti a un cartone lasciandoci in pace per mezz’ora.
Eppure diciamoci la verità, siamo tutte un po’ perplesse di fronte ai contenuti della televisione e all’uso che ne fanno i nostri piccoli.
Una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Thorax punta il dito contro l’abuso di tv che, secondo gli studiosi, sarebbe un chiaro segno che il bambino non ha uno stile di vita sano e attivo e rischia di sviluppare l’asma. L’equivalente in ore della parola abuso è, ahimè, un paio di ore al giorno, il che rischia di classificare la metà dei bambini italiani in soggetti a rischio asma.
Gli scienziati dell’università di Glasgow hanno arruolato più di tremila bambini che, sin dalla nascita, sono stati seguiti periodicamente: ai genitori è stato chiesto anno dopo anno quali fossero le loro abitudini in fatto di tv e se soffrissero di difficoltà respiratorie. Arrivati all’undicesimo compleanno dei bambini, i risultati non hanno lasciato dubbi: quelli che erano soliti passare davanti al piccolo schermo almeno due ore al giorno avevano il doppio delle probabilità di diventare asmatici. Il responsabile di questa ricerca, James Paton, si è affrettato a chiarire che il problema non è la tv ma lo stile di vita seguito dai bambini. In altre parole, stare troppo tempo davanti alla televisione è solo la punta dell’iceberg di un comportamento scorretto che curva pericolosamente verso la sedentarietà e l’inattività.
D’altra parte gli esperti sono concordi nel ritenere che fare attività all’aria aperta o dedicarsi a uno sport sia fondamentale nei primi anni di vita del bambino perché favorisce un corretto sviluppo dei polmoni.
E se il nostro bambino fosse già asmatico? Non è il caso di abbandonarlo alla pigrizia e di non dare un’opportunità al suo organismo. Nei giorni scorsi a Napoli si sono riuniti alcuni tra i massimi esperti di allergologia del Paese per fare il punto sulla situazione. Dal confronto è emerso che il nuoto è lo sport preferibile per un piccolo che soffre di asma allergica. L’ambiente umido favorisce la respirazione e, a parità di sforzo fisico compiuto, nuotare non provoca una netta chiusura delle vie respiratorie. Semaforo rosso per la corsa e la bicicletta, soprattutto se il piccolo è allergico ai pollini, così come se il problema è la polvere è bene evitare luoghi chiusi come le palestre.

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