Un recente rapporto dell’Osmed, l’Osservatorio sull’impiego dei Medicinali, rivela che i bambini italiani assumono troppi farmaci. Il consumo giornaliero di medicine da parte di bambini tra 0 e 4 anni è aumentato del 29%. Si tratta un enorme cambiamento non solo culturale - fino a qualche anno fa i bambini non assumevano nessuna medicina proprio dietro indicazione del pediatra - ma anche sociale. L’idea che serpeggia è che se un bambino ha un qualsiasi malessere, dal mal di denti al mal di pancino, la cosa migliore e immediata da fare sia dargli una medicina.
Non sono contraria ai farmaci tout court, chi segue questo blog l’avrà intuito: se il bambino ha 39 di febbre gli do una supposta di Tachiprina e se ha la tosse gli do un sedativo per la tosse per farlo riposare. Insomma, non penso che i bambini vadano lasciati soffrire, ma da questo a riempirli di medicine per ogni malanno (che a volte nemmeno c’è) ce ne corre.
Il dato più allarmante è certamente quello che riguarda il consumo di farmaci che non sono autorizzati per essere usati sui bambini: parlo di antiaritmici, ipertensivi, antiasmatici, antidepressivi, antibiotici su neonati…si tratta di farmaci off label, per i quali c’è bisogno di una ricetta e che certamente non sono adatti ai bambini.
Insomma, genitori un po’ troppo faciloni con le medicine e a volte anche un po’ distratti. Stando ai dati raccolti dal Centro Antiveleni di Milano lo scorso autunno ben 3100 casi di errori terapeutici hanno visto protagonisti i bambini, per lo più con meno di cinque anni, e nella stragrande maggioranza dei casi l’errore è avvenuto in casa: dosi eccessive, farmaci sbagliati, terapia fai da te che si era poi rivelata un veleno.
Insomma, andiamoci cauti con le medicine. Compriamone poche e sicure, così da non ingolfare l’armadietto dei farmaci e minimizzare il rischio di confonderci, e prima di dare una medicina al bambino chiediamo sempre al pediatra.
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