Finalmente l’industria farmaceutica si decide ad aumentare i fondi stanziati per la ricerca sui farmaci per i bambini. Dico finalmente perché fino ad oggi sembrava che a nessuna azienda interessasse mettere in commercio farmaci specificatamente pediatrici, questo principalmente perché arruolare bambini per la sperimentazione è difficile e costoso.
Nemmeno l’Emea si è mossa in tal senso: solo nel 2007 ha stabilito l'obbligo di sperimentare i farmaci anche su persone con meno di 18 anni per accertarsi che gli effetti – negativi e positivi –fossero chiari e dimostrati clinicamente.
Anche l’indicazione della posologia basata sul peso corporeo è forviante perché il bambino non è un piccolo adulto, che basta rimpicciolirlo e avrai lo stesso effetto: ha una differente equilibrio ormonale, un sistema immunitario immaturo e molte altre diversità.
E allora leggo che si calcola che nei prossimi dieci anni i privati investiranno oltre due miliardi e mezzo per lo sviluppo di nuovi farmaci pediatrici. Il dato è stato presentato nel corso di un recente convegno sul tema che si è tenuto al Clinical Trial Center del Bambino Gesù dove sono in atto già 80 trial clinici pediatrici e dove sta per partire la sperimentazione del primo vaccino terapeutico per bambini con HIV.
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