mercoledì 3 febbraio 2010

Ma davvero crediamo che il latte materno renda più intelligenti?

Ricordo di aver letto questa notizia un po’ di tempo fa e di aver pensato “che scemenza!”.
Si diceva che quelli cresciuti a latte materno fossero più intelligenti. Non così per dire, ma proprio con un quoziente di intelligenza più alto. Insomma un'assurdità, che però trovava seguito ed era diventata oggetto di dibattito.
A lanciare il sasso era stato lo studioso Michael Kramer della McGill University che aveva scoperto che, all’età di sei anni, i bambini nutriti con latte materno totalizzavano ben 7.5 punti in più ai test per misurare intelligenza verbale, 2.9 punti in più ai test per l’intelligenza non verbale e 5.9 punti in più ai test per valutare l’intelligenza complessiva.


Adesso a smentire una volta per tutte questa teoria è la ricercatrice britannica Catherine Gale che ha condotto lo stesso esperimento su 241 bambini che sono stati seguiti dalla nascita fino ai 4 anni, quando sono stati sottoposti ai test per misurare il quoziente intellettivo.
I ricercatori non hanno tenuto conto solo del QI e del tipo di allattamento ricevuto, ma anche altri fattori come il QI della madre e il livello di educazione nonché il contesto socio-culturale della famiglia.
Fatto questo, sparite le differenze: non è l’allattamento al seno a fare i bambini più intelligenti ma l’ambiente in cui sono cresciuti, più o meno stimolante, unito a fattori ereditari.
Lo studio è apparso sugli Archive of Disease in Childhood e quello stesso Michael Kramer, chiamato a scrivere un editoriale su questa nuova ricerca, ha spiegato che questi dati non contraddicono le sue conclusioni perché “le donne che allattano tendono ad essere più intelligenti e ad investire più risorse ed energie nel rapporto con il bambino”.
Insiste. E’ de’ coccio.

Ma per quale motivo si pensava che il latte materno rendesse più intelligenti?
Secondo Kramer e gli altri fautori di questa teoria il merito sarebbe degli acidi grassi omega 3, come l'acido docosaesaenoico (DHA).
Questi acidi sono importantissimi perché favoriscono la costruzione della materia grigia nel neonato. In pratica, in tenera età, rappresentano una preziosa risorsa per sviluppare al meglio le funzioni cerebrali e intellettive.
Non c’è dubbio che il latte materno sia un alimento completo e assolutamente perfetto e contenga la giusta quantità di acidi grassi. Ma proprio per questo la Comunità Europea obbliga tutti i produttori di latte artificiale a seguire una formula standard che si avvicini il più possibile a quella del latte materno. Anche nella quantità dei preziosi acidi grassi.
La differenza quindi non la fa il latte ma le coccole, gli stimoli, l'affetto.
E il DNA.

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