giovedì 19 marzo 2009

Come nasce un amico orsetto (pensieri sciolti sulle teorie winnicottiane)



Il bambino scopre di non essere più una sola cosa con la madre e che al di fuori di lui esiste tutto un mondo popolato da oggetti e persone che esistono indipendentemente dalla sua volontà. E’ il superamento di una fase di onnipotenza soggettiva che fino a quel momento gli ha fatto credere che lui e la mamma, che lui e il suo mondo fossero tutt’uno e che ogni cosa fosse sotto il suo controllo onnipotente.
Per ammortizzare questo delicato e per certi versi traumatico passaggio dalla onnipotenza soggettiva alla realtà oggettiva serve un oggetto che lo aiuti a non sentirsi solo, qualcosa che si possa toccare e sentire. Un orso, ad esempio. O un pezzo di stoffa.
L’orso diventa il migliore amico del bambino perché lui c’è sempre, anche quando la mamma non è presente, o quando il piccolo sente di dover essere per forza di cose autonomo e separato dalla mamma. L’oggetto transizionale, come in generale tutte le esperienze transizionali, aiuta il bambino a costruirsi una realtà esterna e diversa. A scoprire – non senza una bella dose di coraggio e adrenalina – che esiste tutto un mondo che sfugge al suo controllo e che per certi versi può essere costruito ed espresso anche attraverso al sua personale esperienza.
Con l’aiuto della sua creatività e della sua passione.
In quanto essere umano in continuo divenire e sempre unico.

Nessun commento: